Bruxelles boccia l'Italia per quanto riguarda i piani sulla riqualificazione e l'efficienza energetica nell'edilizia

Riqualificazione energetica in edilizia: Italia in ritardo nella presentazione dei piani Ue

Bruxelles boccia l’Italia per quanto riguarda i piani sulla riqualificazione e l’efficienza energetica nell’edilizia. La Commissione europea ha in pratica messo in mora il Governo italiano con la motivazione scritta di un forte ritardo nella presentazione di un piano ambientale che riguardi le costruzioni a livello nazionale. La scadenza era infatti prevista per lo scorso marzo 2020. La motivazione è quella di “non aver presentato le strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine in edilizia”. Cosa accadrà ora e quali sono le possibili soluzioni? Vediamo.

Due mesi di tempo per ovviare al ritardo

Dopo l’avvertimento, la Commissione europea concede due mesi di tempo al nostro Paese per presentare il piano atteso. Entro la metà di febbraio si potrà in questo modo ovviare a questa mancanza. Avvertimento recepito dai ministri e dallo stesso premier, Giuseppe Conte, che già rassicura sulle azioni in campo. Come nei giorni scorsi ha dichiarato al quotidiano Repubblica: “Abbiamo un vasto programma di efficientamento energetico, messa in sicurezza degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali, cui sarà dedicato quasi il 10% delle risorse del Piano”.

I piani di ristrutturazione edilizia sono a lungo raggio, da qui al 2050

La direttiva europea è chiara al riguardo. I piani e i progetti di ammodernamento e ristrutturazione degli edifici in tutti i Paesi europei rappresentano un elemento fondamentale per la riqualificazione ambientale per il prossimo futuro, da qui al 2050. Nel dettaglio i punti chiave vertono sulla decarbonizzazione e tutti i passaggi per effettuarla. La lettera giunta da Bruxelles, e che è stata inviata anche ad altri Paesi europei (Belgio, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Romania), sottolinea come “[…] il settore edilizio dell’Ue è il principale consumatore di energia in Europa ed è responsabile del 36 % delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’energia nell’Ue”. Un problema che non può passar inosservato.

In cosa consistono le criticità e le possibili soluzioni

Ma quali sono, nello specifico, le criticità che non sono state risolte nel nostro Paese e che l’Ue ci rimprovera? Le mette in evidenza anche Legambiente nel recente “Rapporto sull’efficienza energetica in edilizia 2020”. Al primo posto per numero di problemi ci sono le dispersioni termiche e dunque il conseguente cattivo isolamento in tutte le strutture edilizie analizzate. Seguono i difetti nelle murature e le muffe, che vengono spesso provocate negli edifici dalle infiltrazioni di acqua dovute a pioggia ed umidità. Infine, gli elettrodomestici nelle case consumano ancora troppo, compresi i sistemi elettrici. Associazioni come Legambiente propongono come soluzioni innanzitutto il prolungamento del Superbonus governativo per la riqualificazione energetica, almeno fino al 2025. Si mette poi in luce un difetto da correggere all’interno dello stesso Superbonus: il salto di due classi energetiche non basterebbe a compensare i gap in Italia, e l’utilizzo delle caldaie a carburante fossile non dovrebbe essere incentivato quanto quello delle caldaie a pompe di calore.

Il decalogo stilato da Legambiente

A questo proposito, e in seguito al monito dell’Ue all’Italia su questo argomento, Legambiente ha stilato un vero e proprio decalogo di proposte per operare al meglio. L’azione principale è quella di rivedere le modalità di accesso al Superbonus. Vi sono poi altre proposte. Tra queste: il premiare con incentivi chi consuma di meno; dare la priorità all’edilizia pubblica e ai quartieri cittadini più degradati (periferie) rispetto all’edilizia privata; incentivare la completa decarbonizzazione degli strumenti per il riscaldamento negli edifici. Si punta poi sul passaggio di preferenza agli interventi di riqualificazione antisismica e all’utilizzo dei materiali da riciclo.